Da iltempo.it: Gli ultimi studi, parla l’esperto del Consiglio superiore di sanità.
Chi è guarito dal COVID-19 deve vaccinarsi? Ormai, una molteplicità di studi clinici ed epidemiologici – citati da The Lancet – convergono sua una risposta chiara: i guariti hanno una protezione superiore ai vaccinati. I ricercatori dello Stroke Institute, Università del Missouri, hanno analizzato 9.119 pazienti con infezione da SARS-CoV-2 e concluso che la re-infezione è stata identificata nello 0,7% dei casi.
Stesse conclusioni arrivano dallo studio austriaco, del Dipartimento di Medicina Interna, dell’Università di Medicina di Graz: la frequenza dei ricoveri ospedalieri per re-infezione di persone già guarite dal COVID era di 5 su 14.840 soggetti (0,03%) e la frequenza dei decessi per re-infezione era di 1 su 14.840 persone (0,01% ).
Inoltre, alcune persone che sono guarite dalla COVID-19 potrebbero non beneficiare della vaccinazione COVID-19. Questo quanto sostenuto dai ricercatori dell’Università di Newcastle, dove si è visto che – su 972 operatori sanitari – che avevano già avuto COVID-19 questo «era associato ad un aumento del rischio di eventi avversi a seguito della vaccinazione BNT162b2/Pfizer».
Per comprendere al meglio il tema, complesso ed estremamente delicato, e a fronte della richiesta del Comitato Guariti Covid (che rappresenta migliaia di ex pazienti) al Governo di riconoscere gli anticorpi da sierologico al fine del green-pass. In questo contesto, abbiamo chiesto chiarimenti a Paolo Gasparini, membro esperto del Consiglio Superiore di Sanità, Direttore di Genetica Medica dell’università di Trieste.
Direttore, la protezione immunitaria acquisita dai guariti è superiore a quella acquisita con i vaccini? Ci sono studi scientifici che confermano questa tesi e perché? «I guariti sono immuni contro tutte le porzioni del virus a differenza dei vaccinati che sono stati immunizzati solamente contro la proteina Spike (una parte del virus). Diverse pubblicazione scientifiche inoltre dimostrano chiaramente che l’immunità naturale è maggiore e di più lunga durata di quella determinata dai vaccini».
I guariti ufficiali in Italia sono quasi 5 milioni, non calcolando gli asintomatici e paucisintomatici. Se una persona facesse il sierologico e scoprisse casualmente di avere anticorpi, non sarebbe considerata comunque guarita a livello burocratico (lo sarebbe solo se lo scoprisse mentre ha la malattia con test molecolare) e dovrebbe fare comunque due dosi di vaccino. Che ne pensa?
«Penso che dovremmo agire come abbiamo sempre fatto sinora per altre malattie virali: in presenza di anticorpi circolanti non si vaccina ma al massimo, trattandosi di una forma nuova di virosi, si monitora nel tempo la quantità di anticorpi per valutarne l’andamento».
I guariti dovrebbero fare il vaccino, se hanno anticorpi ad un livello significativo (seppure non vi sia un limite ufficiale riconosciuto)?
«Normalmente nei soggetti guariti da un’infezione virale e con anticorpi circolanti non si procede ad una vaccinazione. Non si capisce quale è il razionale per fare un’eccezione a quanto praticato nella medicina sinora e cambiare strategia nel caso del Covid19».